Dentro gli androni

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Dentro un androne bellissimo

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Dentro un androne bellissimo

Entrare e meravigliarsi (non credo ai saluti di circostanza)

Alessandra Favazzo
Jun 24, 2021
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Eccoci!

Ciao, sono Alessandra Favazzo e, se stai leggendo queste parole, significa che qualche giorno fa hai deliberatamente scelto di iscriverti a questa newsletter (e per questa fiducia, che spero di meritarmi, ti ringrazio molto fin da subito).

Si chiama “Dentro gli androni”, perché è il posto in cui credo di sentirmi più a mio agio.

Non solo perché mi piace camminare per Milano e meravigliarmi davanti a ingressi e portoni aperti. Ma anche perché l’androne è uno spazio comune, un luogo di libero accesso (a parte nei pochi in cui ti fanno notare che gli sconosciuti non sono ammessi e io ne so qualcosa), in cui parlare e ascoltare, invitando anche chi ha la porta della sua casa ancora chiusa a uscire e unirsi.  

Dentro gli androni ci sono le storie, le parole, gli sguardi. Non credo ai saluti di circostanza.

Negli androni spesso ci sono anche quei parallelepipedi che contengono la corrispondenza. E ci siamo noi che scriviamo le lettere.


Lettera a E. (Una promessa mantenuta)

Quando ero piccola pensavo sarei diventata un’avvocatessa. Mi sembrava di essere in grado di ribattere a qualsiasi cosa mi venisse detto che non rispecchiasse il mio pensiero: di replicare o di avere nel taschino controdeduzioni sempre pronte. Qualcosa da opporre ad accuse e scuse. Mi piaceva. Ecco, da bambina avevo le idee un po’ confuse e pensavo servisse questo per essere un legale. In un certo senso avevo una fiducia infinita nelle parole. L’ho creduto per anni e anni. Fino a quando mi sono sentita dire: “Non lo so, forse non ti amo più”. Una frase che ha funzionato come un rasoio di Occam per i miei pensieri. Cosa potevo replicare? Ho contato i giorni e strappato fogli del calendario. Sono passati mesi. Ora ti scrivo e questo scrivere è una nuova fiducia nelle parole, le tue, che saranno per me una cura. Lo diceva Lucio Dalla, facendo volteggiare la sua voce come nel canto di un muezzin: “Io credo che il dolore, è il dolore che ci cambierà”.


Cosa sto leggendo: “Lukaku raccontato ai ragazzi” di Emanuele Giulianelli e “Mosca più balena” di Valeria Parrella.

Cosa sto guardando: le Stories di Ig di Anna Stefi sulla nascita della filosofia occidentale.

Cosa mi sta ossessionando: il video di Alfonso Ribeiro - Carlton di “Willy, il principe di Bel-Air - che balla la Carlton dance a “Dancing with the stars” (sì, non sono uscita viva dagli anni novanta).

E tu, come stai? Se ti vai, rispondi a questa e-mail e scrivimi cosa leggi e cosa guardi in questo periodo. E anche delle tue picciole ossessioni.

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A presto, dentro un androne bellissimo.

ale

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