In un androne o davanti a una porta. Aspettare
Quando si prova dolore, non si può più volere male a nessuno
È passato un po’ di tempo, ma ci ritroviamo qui,
- Deve entrare?
- No, grazie, sto aspettando una persona, ma non è ancora rientrata.
- Beh, potrebbe aspettarla dentro, ho le chiavi del portoncino.
- Ma non cambierebbe poi molto, non ho le chiavi di casa. E poi forse non staremo nemmeno in casa.
- Pensavo solo sarebbe stata almeno al riparo, l’aria è diventata fredda in questi giorni.
- Per me non è tanto questione di freddo. Ho questa sciarpa e sono ben coperta. È il fatto di aspettare: ecco non so bene come si debba fare.
- Non credo di aver capito…
- In piedi o seduta sulle scale. Nell’androne o davanti alla porta. Non so mai come comportarmi. Non riesco a decidermi nemmeno su questo. Ma voglio imparare, perché ora l’attesa riguarda qualcuno che non sono io.
- Le lascio la porta aperta, nel caso.
E poi ci siamo noi, che nell’attesa scriviamo le lettere.
Lettera a G.
“Quando si prova dolore, non si può più volere male a nessuno”. Ci hai mai pensato? Ci ho messo trentaquattro anni a vederlo davanti a me, in un ospedale, molto presto nel mattino. Eppure avevo letto il libro (come dicono quelli che al cinema ci vanno poco o niente) e queste parole di Mara a Bube nei miei vent’anni. Sono passata oltre, come se questa frase non potesse parlarmi. O meglio, non potesse ancora parlarmi. Ti ho raccontato di come quello sguardo sull’altro, che temevo mio per sempre, si sia sbriciolato. Da allora non riesco più a contare i gesti che mi hanno commosso. E questo piangere, che ti fa sempre sorridere e per cui tu mi prendi un po’ in giro. Che poi, so già che lo dirai, non volere il male è un’antitesi e non significa ancora sapere amare, ché per quello ci vuole uno sguardo, che forse ancora non c’è.
Cosa sto leggendo: “Radici bionde” di Bernardine Evaristo (tradotto dalla bravissima Martina Testa)
Cosa sto guardando: da poche ore si può iniziare a vedere “Strappare lungo i bordi”, la serie animata di Zerocalcare (e lo farò al più presto)
Cosa mi sta ossessionando: provare ancora inquietudine (come quando avevo dieci anni) nel rivedere il video di “Since I don’t have you”
Novembre ci ha sorpresi bagnati e felici. Imperturbabili per alcuni aspetti. E tu come stai? Se ti va e hai tempo, dimmi che cosa che fai, che libri leggi e cosa stai guardando. Senza dimenticare che cosa ti ossessiona.
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A presto, sempre dentro un androne bellissimo.
ale
Bella la scena davanti alla porta. Ma soprattutto, quanto mi piacerebbe ricevere delle lettere così. Possibilmente scritte a mano :) Un abbraccio e, come sempre, complimenti Ale