Eccoci.
Siamo di nuovo “Dentro gli androni”.
⁃ La vuoi smettere di cercare quelle chiavi nella borsa, non vedi che il portone è aperto? Ma prima di salire: mi racconti di ieri sera?
⁃ In un bar, davanti a una birra e a un Campari, gli ho detto solo questo: “Voglio venire a vedere cosa c’è tra noi, proviamoci”.
⁃ E lui?
⁃ “Non voglio”. Ha risposto proprio così. Poi si è alzato, si è avvicinato un pochino, ma rimanendo comunque distante. Mi ha guardato con gli occhi del bambino che ti chiede l’ennesimo regalo, come fosse l’ultimo che ti chiederà. “Non piangere” ed è andato via. Dopo minuti di lacrime, mi sono alzata e mi sono trascinata fino all’uscita. Allora ho sentito la voce dell’uomo dietro il bancone: “Scusami eh, ma guarda che lui non ha mica pagato”.
E per fortuna che ci siamo noi, che scriviamo le lettere.
Lettera a N.
Ho visto la luna sopra la casa gialla qui davanti e il vento mi sta solleticando l’orlo della gonna a righe, che arriva fino ai piedi. Così mi sei tornata in mente. Perché vorrei poterti spiegare che cosa sono la luna e il vento. La nostra parte di ricchezza per aver passato ore seduti davanti a uno schermo. Ma non posso e, in fondo, chi penserebbe mai di provarci al mio posto? Posso solo raccontare in forma di parole, Nora, quello che è stato grazie alla tua mancanza, al tuo non esserci. La strada che porta a imparare a fare solo le domande di cui sei in grado di gestire le risposte. La scoperta delle date, che viste da lontano sembrano numeri magici da pasticciare con la penna, ma sono soglie da attraversare, come quelle degli androni: e una volta entrata, riparano almeno dal possibile e dalla storiografia ipotetica. Quella in cui vivi tu. E questo smalto rosso, che non so ancora come si mette, perché le mie mani non conoscono rigore (hai voglia a spiegarlo a quelli che volevano farmi disegnare con una squadra). E più di tutto: non sanno acciuffare un punto luminoso nel buio quando balugina troppo vicino agli occhi.
C’è una luna molto bella. E non dovrebbe andare sprecata.
Cosa sto leggendo: i racconti di “Ritratti levati dall’ombra” di Pietro De Marchi
Cosa sto guardando: le parole scritte a mano e le dirette dello scrittore Paolo Nori su Ig
Cosa mi sta ossessionando: il lavoro immenso per la memoria condivisa di Indymedia, che con un sistema automatico sta ripubblicando - in sincrono, giorno per giorno, ma vent’anni dopo, come con una macchina del tempo - tutte le notizie sui fatti del G8 di Genova.
In alcuni giorni luglio si veste di novembre, come nei sogni dello smartworker che aspetta le vacanze. Che succede in quest’estate anomala ma interessante? Se ti va, rispondimi e raccontami quello che ti capita, i libri che leggi e che cosa guardi. Senza dimenticare la tua ultima ossessione.
Se ti piacciono i social, puoi seguirmi anche su Twitter e Instagram.
Per essere sicuro di ricevere tutte le mie “letterine”, puoi aggiungere l’indirizzo email alessandrafavazzo@substack.com alla tua rubrica (per chi utilizza Gmail c’è il rischio che alcune newsletter finiscano tra le “Promozioni”).
Se questa e-mail ti è stata inoltrata e desideri iscriverti alla newsletter, puoi farlo qui:
A presto, dentro un androne bellissimo.
ale