Siamo entrate in questo androne migliaia di volte (e sceso un milione di scale)
Settembre, ci sono cose da dire
Rieccoci,
dopo qualche tempo, siamo di nuovo “Dentro gli androni”.
- Potrebbe provare ad andare più veloce? Vorrei fare una sorpresa, ma non mi resta molto tempo.
- Una sorpresa? Non lo sa che quasi nessuno ama le sorprese?
- Sì, me ne sono accorta. Ma non ho molte altre possibilità.
- Per fare cosa?
- Conoscere una persona molto vicina a qualcuno a cui tengo. Non lo sa ancora, cioè non sa ancora che forse ci incontreremo e proprio oggi e che tengo a lui. Ecco, vorrei avere un volto per lui perché avere un volto significa potersi far mandare al diavolo. Ma non so per quanto tempo sarà ancora in quella casa.
- Ma il civico 99 è sul lato destro o su quello sinistro?
- Non riesco mai a orientarmi qui, ci arrivo sempre facendo una strada diversa. Ah no, aspetti, siamo arrivati, l’androne è questo.
- Ok, mi fermo.
- Sono dodici, leggo bene?
- Facciamo dieci, due euro li metto io: scommetto che la sorpresa riuscirà.
E - se invece arriviamo in ritardo - ci siamo noi, che scriviamo le lettere.
Lettera a E.
Ci sono cose da dire. Le abbiamo avute sempre, anche passando insieme dieci ore al giorno ogni giorno, attraversando l’ingresso dell’università migliaia di volte e scendendo insieme milioni di scale. Anche dopo essersi lasciate solo per pochi minuti, tenendoci a turno la borsa per poter andare in bagno senza pesi. Molti anni fa ho scoperto una cosa: che per iniziare ad accettare l’idea di qualcosa che è cambiato e che molto probabilmente mi farà male devo parlarne insieme a te. È la solita questione del celare a noi stessi e del bisogno di un altro che sappia mostrare? Non saprei proprio dirlo. C’è qualcosa di quello sguardo che interroga che mi fa deporre accuse e scuse. Toglie la possibilità di un dribbling e condanna - almeno temporaneamente - al giusto mutismo. L’ho scritto nove anni fa, e qualche social network fa, con parole amorose che fanno sorridere: ‘perché per capirci qualcosa devo parlare con te?’. In fondo le mie parole non sono cambiate tanto, non le so cambiare poi tanto. E adesso c’è ancora una cosa da dire.
Cosa sto leggendo: ho ripreso “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza (e sono felice di questo nostro secondo tempo)
Cosa sto guardando: le Story di Instagram di Cecilia Sala che racconta cosa sta succedendo in Afghanistan
Cosa mi sta ossessionando: il rewatch di film degli anni novanta, che mi mostra qual è l’effetto del tempo su di me e su di loro (l’ultimo è stato “Piccole donne” con Winona Ryder e Susan Sarandon e ho scoperto che per me è un comfort movie)
Tutto sembra essersi rimesso in moto (e io odio rimettermi in moto). Come è iniziato per te settembre? Sei tra coloro che stilano la lista dei buoni propositi (io non potrei mai, manco totalmente di progettualità)? Se ti va, rispondimi e raccontami quello che fai, che cosa leggi e che cosa guardi. E anche che cosa ti ossessiona.
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A presto, sempre dentro un androne bellissimo.
ale