Dentro gli androni

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Siamo entrate in questo androne migliaia di volte (e sceso un milione di scale)

alessandrafavazzo.substack.com

Siamo entrate in questo androne migliaia di volte (e sceso un milione di scale)

Settembre, ci sono cose da dire

Alessandra Favazzo
Sep 9, 2021
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Siamo entrate in questo androne migliaia di volte (e sceso un milione di scale)

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Rieccoci,

dopo qualche tempo, siamo di nuovo “Dentro gli androni”.

- Potrebbe provare ad andare più veloce? Vorrei fare una sorpresa, ma non mi resta molto tempo.

- Una sorpresa? Non lo sa che quasi nessuno ama le sorprese?

- Sì, me ne sono accorta. Ma non ho molte altre possibilità.

- Per fare cosa?

- Conoscere una persona molto vicina a qualcuno a cui tengo. Non lo sa ancora, cioè non sa ancora che forse ci incontreremo e proprio oggi e che tengo a lui. Ecco, vorrei avere un volto per lui perché avere un volto significa potersi far mandare al diavolo. Ma non so per quanto tempo sarà ancora in quella casa.

- Ma il civico 99 è sul lato destro o su quello sinistro?

- Non riesco mai a orientarmi qui, ci arrivo sempre facendo una strada diversa. Ah no, aspetti, siamo arrivati, l’androne è questo.

- Ok, mi fermo.

- Sono dodici, leggo bene?

- Facciamo dieci, due euro li metto io: scommetto che la sorpresa riuscirà.

E - se invece arriviamo in ritardo - ci siamo noi, che scriviamo le lettere.


Lettera a E.

Ci sono cose da dire. Le abbiamo avute sempre, anche passando insieme dieci ore al giorno ogni giorno, attraversando l’ingresso dell’università migliaia di volte e scendendo insieme milioni di scale. Anche dopo essersi lasciate solo per pochi minuti, tenendoci a turno la borsa per poter andare in bagno senza pesi. Molti anni fa ho scoperto una cosa: che per iniziare ad accettare l’idea di qualcosa che è cambiato e che molto probabilmente mi farà male devo parlarne insieme a te. È la solita questione del celare a noi stessi e del bisogno di un altro che sappia mostrare? Non saprei proprio dirlo. C’è qualcosa di quello sguardo che interroga che mi fa deporre accuse e scuse. Toglie la possibilità di un dribbling e condanna - almeno temporaneamente - al giusto mutismo. L’ho scritto nove anni fa, e qualche social network fa, con parole amorose che fanno sorridere: ‘perché per capirci qualcosa devo parlare con te?’. In fondo le mie parole non sono cambiate tanto, non le so cambiare poi tanto. E adesso c’è ancora una cosa da dire.


Cosa sto leggendo: ho ripreso “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza (e sono felice di questo nostro secondo tempo)

Cosa sto guardando: le Story di Instagram di Cecilia Sala che racconta cosa sta succedendo in Afghanistan

Cosa mi sta ossessionando: il rewatch di film degli anni novanta, che mi mostra qual è l’effetto del tempo su di me e su di loro (l’ultimo è stato “Piccole donne” con Winona Ryder e Susan Sarandon e ho scoperto che per me è un comfort movie)

Tutto sembra essersi rimesso in moto (e io odio rimettermi in moto). Come è iniziato per te settembre? Sei tra coloro che stilano la lista dei buoni propositi (io non potrei mai, manco totalmente di progettualità)? Se ti va, rispondimi e raccontami quello che fai, che cosa leggi e che cosa guardi. E anche che cosa ti ossessiona.

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A presto, sempre dentro un androne bellissimo.

ale

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